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In questo paesaggio colorato torreggiano impressionanti monumenti megalitici, realizzati durante le età della pietra e del bronzo, a tal punto che Salento è soprannominata la “Stonehenge d’Italia“, in riferimento alle opere scultoree presenti nel sud ovest dell’Inghilterra. Tra queste sculture di pietra, i dolmen e i menhir sono i più frequenti.

I menhir (anche detti pietrafitte) rimandano ad una etimologia bretone: da “maen” che significa pietra e “hir”, lunga. Si presentano come lunghi parallelepipedi ricavati da un unico blocco di pietra monolite. La loro altezza può variare da qualche decina di centimetri fino a più metri. Un grande mistero sussiste ancora oggi sulle popolazioni che li hanno eretti, e sulle loro motivazioni.I menhir erano simboli del culto della fertilità? Oppure monumenti religiosi dedicati al culto del sole? Elementi di calendari primitivi o semplicemente cippi di frontiere? Storici e archeologi ne discutono ancora oggi, concordando solo sul fatto che queste torri di roccia sarebbero i primi monumenti culturali realizzati dall’uomo.

Nella “Stonehenge d’Italia” si trovano anche altre testimonianze minerali: le specchie. Si tratta di sassi di grandi dimensioni accatastati gli uni sugli altri. Se una volta erano destinate ad essere le tombe di personaggi importanti o a segnare i confini territoriali, oggi purtroppo restano pietre accatastate il cui significato originario è andato in qualche modo perso. Queste testimonianze rivelano tutte la presenza di popoli in Puglia, in particolare nella penisola salentina, in tempi remotissimi. Stiamo parlando della civiltà messapica, le cui prime tracce risalgono all’VIII secolo a.C. e il cui nome deriva da Messapia, “terra fra due mari”, (nome usato dai Greci per definire il Salento).

La Notte della Taranta è un festival di musica popolare che mira a valorizzare la musica tradizionale salentina (detta Pizzica) attraverso la sua riproposta e la contaminazione con altri linguaggi musicali. Si svolge nel mese di agosto, in forma itinerante in varie piazze del Salento, iniziando da Corigliano d’Otranto e culminando nel concertone di Melpignano che vede la partecipazione di musicisti di fama nazionale ed internazionale. Il festival registra una partecipazione di oltre centomila spettatori.

Ogni edizione del concertone finale è affidata a un “maestro concertatore” che ha il compito di arrangiare le musiche tradizionali del Salento fondendone i ritmi con quelli di altre tradizioni musicali.

“Anno 1636 D(ominus)” così recita l’inizio dell’iscrizione che leggiamo sulla facciata del palazzo marchesale de Luca di Melpignano, ad indicarci l’anno di conclusione della costruzione dell’edificio residenziale, sul luogo in cui sorgeva in precedenza l’antico castello, del quale resta la muraglia circondata dal fossato che chiude il vasto giardino retrostante. Immobile incredibilmente di pregio, sia per conservazione che per dimensioni, riserva particolare rilevanza per la complessità del contesto in cui è inserito, in special modo, per il rapporto con il vasto giardino retrostante, che non ne era una pura e semplice pertinenza, ma lo completava.

Oggi, il palazzo marchesale di Melpignano e i lavori di recupero e rifunzionalizzazione, entrano a far parte dei progetti in evidenza al Salon Du Patrimoine Culturel, evento di riferimento in Europa per i professionisti del restauro e della salvaguardia del patrimonio materiale ed immateriale, svoltosi a Parigi dal 3 al 6 novembre scorsi.

Acquisito al patrimonio comunale alla fine degli anni ‘90, con l’allora Sindaco De Donno, l’amministrazione ha avviato immediatamente i lavori di presidio e puntellamento di tutte le strutture per poi eseguire i primi lavori di consolidamento, di parte delle mura e del palazzo, e successivamente redatto un progetto di completo recupero del palazzo marchesale, per un importo pari a circa euro 5.000.000,00. Il progetto prevedeva, il recupero statico e il restauro delle mura, del fossato e delle torri che ne presidiano il percorso; il recupero funzionale del giardino all’interno delle mura e il completamento del risanamento statico e la rifunzionalizzazione del palazzo e di alcune pertinenze.

Un primo finanziamento, pari ad euro 1.573.048,00, è stato ottenuto nel 2010, già con l’attuale Sindaco Stomeo, nell’ambito del Piano strategico Area Vasta Sud Salento “SALENTO 2020”. Successivamente sono state riprogrammate le economie derivanti dallo stesso Programma di Area Vasta a favore degli stessi enti beneficiari, per l’importo di euro 595.845,75. Tali lavori hanno consentito di ultimare le opere di consolidamento delle mura e del Palazzo, nonché di ultimare e restituire alla sua funzionalità il piano terra e il patio antistante il giardino.

La Regione Puglia, nell’ambito della strategia di intervento di cui all’accordo di Programma Quadro “Settore Aree Urbane – Città”, ha identificato tra i progetti ammessi a finanziamento il progetto proposto dal Comune di Melpignano, relativo al completamento del recupero del palazzo marchesale de Luca.

I lavori sono tutt’ora in corso, ma presto il recupero del palazzo marchesale sarà completo e riporterà l’immobile nella piena disponibilità della comunità melpignanese e di quanti vorranno visitare il centro storico di Melpignano, borgo autentico d’Italia.